Il Coraggio
Passeggiando per i campi verdi e in fiore, si scorgevano qua e là delle casette. In una di queste vi abitava il sole, in un’altra l’amore, in un’altra ancora la gioia. E di casette ce n’erano tante. È sorprendente il fatto che tutte vivevano in armonia! Un giorno arrivò anche la Paura! Essa cominciò a bussare alle porte delle casette a cominciare da quella del sole. «Chi sarà mai a bussare a quest’ora» si chiese il sole. Una voce rauca rispose: «Sono la Paura, apri la porta». Il sole si terrorizzò e si nascose sotto il letto e non uscì più. Da quel giorno, fu sempre notte. Il giorno dopo la Paura andò a bussare alla porta della Felicità. Anche lei si spaventò e si chiuse in casa. Da quel giorno le lacrime scendevano tremolanti sulle guance di tutti e nessuno fu più felice. Orgogliosa di quanto stava accadendo, la Pauradecise di rimanere nel villaggio e di portare visita a tutti gli abitanti, in modo da limitarli nelle loro casette.
Giorno dopo giorno, essa continuava il suo cammino distruttivo, fino a quando gli abitanti si trovarono a vivere in un posto senza stagioni e senza emozioni! Mancava alla Paura una sola casetta, alla quale non aveva ancora bussato. Non sapeva chi vi abitasse. «Toc, toc: Sono la Paura, fammi entrare, manchi solo tu!». Una voce forte e sicura rispose dall’interno: «Ti aspettavo da tanto tempo, arrivo subito». Appena la porta si aprì, la Paura si sbriciolò in mille pezzettini, fino a diventare cenere e sparì! Questa volta ad aprire la porta era stato il Coraggio.
Tratto dal Bollettino di Tonezza, novembre 2014
Un giorno l’asino di un contadino cadde in un pozzo. Non si era fatto male, ma non poteva più uscire. Il povero animale continuò a ragliare sonoramente per ore. Il contadino era straziato dai lamenti dell’asino, voleva salvarlo e cercò in tutti i modi di tirarlo fuori ma dopo inutili tentativi, si rassegnò e prese una decisione crudele. Poiché l’asino era ormai molto vecchio e non serviva più a nulla e poiché il pozzo era ormai secco e in qualche modo bisognava chiuderlo, chiese aiuto agli altri contadini del villaggio per ricoprire di terra il pozzo. Il povero asino imprigionato, al rumore delle palate e alle zolle di terra che gli piovevano dal cielo capì le intenzioni degli esseri umani e scoppiò in un pianto irrefrenabile. Poi, con gran sorpresa di tutti, dopo un certo numero di palate di terra, l’asino rimase quieto. Passò del tempo, nessuno aveva il coraggio di guardare nel pozzo mentre continuavano a gettare la terra. Finalmente il contadino guardò nel pozzo e rimase sorpreso per quello che vide, L’asino si scrollava dalla groppa ogni palata di terra che gli buttavano addosso, e ci saliva sopra. Man mano che i contadini gettavano le zolle di terra, saliva sempre di più e si avvicinava al bordo del pozzo. Zolla dopo zolla, gradino dopo gradino l’asino riuscì ad uscire dal pozzo con un balzo e cominciò a trottare felice.
Quando la vita ci affonda in pozzi neri e profondi, il segreto per uscire più forti dal pozzo é scuoterci la terra di dosso e fare un passo verso l’alto. Ognuno dei nostri problemi si trasformerà in un gradino che ci condurrà verso l’uscita. Anche nei momenti più duri e tristi possiamo risollevarci lasciando alle nostre spalle i problemi più grandi, anche se nessuno ci da una mano per aiutarci.
Tratto dal web
Non vi è legatura più sicura del doppio nodo, come non vi è parola più forte della verità.
Basta una piccola verità per vincere una grande menzogna.
A volte bisogna decidere di andare per la propria strada e lasciare che gli altri vadano per la loro; non ha senso seguire il gregge quando ci si accorge che sta andando nella direzione che non si condivide e l’unico risultato che si ottiene in questo caso è essere infelici e vivere la vita di qualcun altro.