Andar per vini in Friuli, dal 16 al 18 marzo
Premessa: in genere, quando mi accingo a scrivere il diario di un’ uscita in camper, cerco di focalizzarmi soprattutto sulle notizie che potrebbero essere utili ad altri camperisti ma questa volta, al momento di mettermi al computer, mi sono reso conto che queste sarebbero state soltanto una parte, fra l’altro minoritaria, delle cose che dovrei tentare di scrivere e nello stesso tempo devo riconoscere che non è facile, per uno che scrittore non è, trasformare in parole i sentimenti che hanno piacevolmente riempito queste giornate; ma andiamo con ordine.
Venerdì 16, alla spicciolata, con il gruppo di amici del Camping Club Giovani Amici, ci siamo ritrovati nel piazzale della Cantina Ferrin a Camino sul Tagliamento, indicataci da un carissimo amico sul quale è d’obbligo spendere due parole, ma lo faremo dopo. E qui la prima, piacevolissima sorpresa: il signor Ferrin, con la moglie Fabiola, sono stati di una cortesia e ospitalità incredibili; ci hanno velocemente fatto fare un giro della fattoria e poi ci hanno aperto le porte della grande sala dove si effettuano le degustazioni: “E’ tutta a vostra disposizione, potete usarla come vi piace, portate pure le vostre stoviglie e quello che avete per cena così, invece che restare ognuno nel proprio camper, potete cenare in compagnia; qui siete a casa vostra”. E così è stato; sul tavolo centrale le bottiglie di vino (una per tipo) delle varie qualità che produce l’azienda e che, ovviamente, non sopravviveranno tutte alla serata che, per quelli più forti e giovani, si trasformerà in nottata.
Sabato 17: al mattino la signora Fabiola ci riunisce nella sala degustazioni e ci illustra la storia della cantina, il lavoro nelle vigne e le caratteristiche dei diversi, pregiati vini; ecco, questo è un modo riduttivo di raccontare i fatti; in realtà la passione e l’amore che traspaiono dalle sue parole ti fanno capire che l’azienda non è soltanto lavoro ma soprattutto affetto, dedizione, quasi fosse un figlio. E a mezzogiorno, durante la degustazione accompagnata da piatti di salumi e formaggi, abbiamo ancora una volta la conferma di quanto queste persone si impegnino a farti sentire come a casa.
Nel pomeriggio l’amico a cui prima accennavo ci viene a prendere con il pulmino della parrocchia per scarrozzarci poco lontano, dove un personaggio straordinario, Giuseppe (Beppino) Zamparini, ha costruito nell’arco degli anni un museo delle armi, ricchissimo di reperti storici di varie epoche, alcuni di notevole valore, compreso un fucile ad avancarica appartenuto a Giuseppe Garibaldi. Anche in questo caso, al di là dell’indiscutibile valore, non solo economico, dei vari oggetti, la mia ammirazione si sofferma ancora una volta sulla incrollabile tenacia e passione che hanno portato a questi risultati e per un attimo mi è venuto da pensare che, purtroppo, persone così cominciano a scarseggiare.
Dopo questa emozionante visita il nostro solito amico ci scarrozza (meglio non dire in quanti siamo saliti sul furgone che ha fatto la spola per portarci tutti alla prossima destinazione) a casa sua ma a questo punto è d’ obbligo dire due parole su di lui. Si chiama Emilio e se dovessi definirlo una persona eccezionale sono sicuro che si arrabbierebbe per cui lo definirò così: un uomo con un cuore così grande che a stento riesce a restare confinato in un corpo peraltro non proprio esile, con due occhi che sprizzano entusiasmo e sincerità; personaggio ecclettico, camperista; ci siamo conosciuti per caso diversi anni fa in occasione di un raduno da lui organizzato e, succede a volte, alla prima stretta di mano siamo entrati subito in sintonia. Ci siamo poi rivisti, per caso, in altre occasioni e sempre, incontrandoci, è stato un piacere che non è soltanto il piacere di incontrare una persona amica che non vedi da tempo ma piuttosto quella sensazione che ti fa sentire, appunto, in sintonia anche se entrambi ben poco sappiamo uno dell’altro. Inutile dire che da un simile personaggio, e da sua moglie, non ci si può aspettare che un’ospitalità fatta con il cuore ma anche, accidenti, di cose mooolto più sostanziose! E siccome il buon Emilio è anche un notevole artista che lavora il rame con passione e con ottimi risultati, non poteva mancare una visita al suo laboratorio, pieno di quadri in rame e di tanti oggetti sacri che aspettano le sue mani per tornare a nuova vita.
Alla sera poi la prevista cena alla cantina Ferrin, tanto per non farci mancare proprio nulla!
Domenica 18: salutiamo i gentili proprietari della cantina e, guidati dall’ immancabile Emilio, raggiungiamo il Museo delle Carrozze a San Martino di Codroipo dove incontriamo la Signora Donatella Guarneri che, con simpatia e competenza, ci illustra le caratteristiche e la storia delle 44 carrozze (sec. XIX-XX) ospitate nel museo che ha anche una sala dedicata ai giocattoli di un tempo.
Terminata la visita e saziato lo spirito, siccome anche il corpo reclama la sua parte, ci spostiamo all’ Azienda Agricola Nascimben che si trova in aperta campagna a Rivignano Teor per una ultima degustazione (con ovvia possibilità di acquisto) di salumi e formaggi; l’azienda infatti produce ottimi insaccati da maiali allevati all’aperto e, anche in questo caso, ci ha riservato un’accoglienza familiare, semplice e genuina. Nel pomeriggio il ritorno a casa; grazie per l’amicizia, la compagnia, l’allegria.